TESTIMONIANZE



La testimonianza del piccolo Luigi

Le commoventi parole di un bambino che racconta la storia sua e della sua mamma... guardate il video! 

Una volontaria per la vita

“La mia esperienza come volontaria al Centro Aiuto alla Vita è un percorso ricco di emozioni e soddisfazioni. Ho ricevuto un invito a farne parte alcuni anni fa, da parte di due amiche, ma all'epoca ero titubante e non sapevo con certezza cosa aspettarmi da questa associazione.

Tuttavia, dopo aver assistito alla dedizione e all'amore che le volontarie mettevano in ogni situazione, ho deciso di accettare l'invito e l’estate scorsa ho deciso di partecipare. Durante un colloquio con la presidente del CAV ho potuto esprimere tutti i miei dubbi e le mie paure. Dopo il colloquio ho pensato che forse avevo trovato il posto in cui dedicare un po' di me stessa per gli altri.

Il Centro Aiuto alla Vita è un luogo accogliente e sereno, dove le donne in attesa di una nuova vita possono trovare supporto e aiuto da medici, psicologi e avvocati durante tutte le fasi della gravidanza, ma soprattutto possono trovare delle “compagne di viaggio” che, quando la gravidanza è difficile o inattesa, possono essere il più grande aiuto.

Ho avuto l'opportunità di conoscere persone straordinarie, che mettono il loro cuore al servizio degli altri ed ho subito percepito l'accoglienza calorosa delle altre volontarie e mi sono sentita parte di una famiglia.

Dopo aver partecipato al Convegno Nazionale del Movimento per la Vita, ho avuto la mia prima esperienza con una donna in dubbio se portare avanti la gravidanza o abortire. È stata un'esperienza molto intensa, indimenticabile, in cui ho potuto ascoltare la sua storia, capire le sue paure e le sue incertezze, e cercare di aiutarla a prendere la decisione giusta per lei e per il suo bambino. Sono venute a galla tante domande a cui è bello provare a trovare risposte. Ho potuto contare sull'aiuto di una dolcissima psicologa del centro che ha sostenuto la mamma in difficoltà e anche noi volontarie.

Ho imparato molto sulla difficoltà di essere madre quando la gravidanza non è programmata e sulle difficoltà economiche che molte donne affrontano quotidianamente. In definitiva, posso dire che questa esperienza come volontaria al Centro Aiuto alla Vita mi permette di crescere come individuo, superare i miei limiti e fare qualcosa di significativo per la comunità.”

Se fiorissero volontari come fioriscono le primule potremmo davvero diffondere sempre più una cultura della vita e far fronte a tutte le nuove sfide che abbiamo di fronte sostenendo tanti progetti concreti che grazie alla rete che

abbiamo sul territorio possono davvero essere segno concreto di speranza per tante mamma o coppie disperate.

IL POTERE DELLA SPERANZA

Agnese, 23 anni, telefona al numero del CAV un giorno di agosto, nel periodo in cui la maggior parte dei volontari si trova fuori per le vacanze, ma Chiara era rimasta in città ed era disponibile.

Chiara prova ad incontrare questa mamma e fare con lei un primo incontro conoscitivo, anche se non è un incarico semplice, visto che quello di Agnese sarebbe stato il suo primo colloquio. Agnese arriva portando con se la sua prima figlia di due anni e mezzo, sedute nel dehor di un bar, davanti ad una bibita, questa donna racconta cosa l’ha portata a fare quella chiamata.

Aveva scoperto di essere incinta da un mesetto, ma alla scoperta di quella notizia il suo cuore non aveva gioito.

Il marito svolgeva un lavoro faticoso e sottopagato, si impegnava inoltre a raccogliere frutta per arrotondare, ma comunque i soldi non bastavano a coprire tutte le spese della famiglia. Dall’affitto alle utenze, al cibo e alle necessità primarie della bambina. La casa in cui vivevano, per di più era davvero piccola con tracce evidenti di muffa. Come può questa giovane madre voler accogliere un altro figlio in una insana e minuscola casa, senza contare tutte le difficoltà economiche che dovevano affrontare ogni giorno? Se in tre era difficile, in quattro era praticamente impossibile.

A tutto ciò andava aggiunta la pressione psicologica che la madre di Agnese esercitava su di lei, una madre che da ben 800 km di distanza, consigliava quotidianamente alla figlia la stessa cosa: “Hai già tanti problemi, togliti almeno questo.”

Chiara ha provato a darle speranza, dicendole che il CAV era lì per aiutarli a trovare soluzioni concrete ad ogni sua preoccupazione. Nonostante tutte queste premesse, Chiara era riuscita ad aprirsi uno spiraglio, e nel periodo che è seguito, si sono sentite frequentemente.

La storia di Agnese è stata condivisa con gli altri volontari e si sono attivati per aiutarla in ogni modo possibile: sono partite le ricerche per una casa migliore, supporto economico per la retta della scuola della figlia e un dialogo con l’assistente sociale per integrare anche il loro aiuto. Piano piano questa donna ha ritrovato un po’ di fiducia e ha scelto di “non buttare via” la piccola creatura che cresceva nel suo grembo, nonostante tutto e nonostante tutti.

Si è aggrappata al Cav con tutte le sue forze e abbiamo cercato con ogni mezzo di essere il suo sostegno, accompagnandola a visite mediche o cercando mobili per la casetta che nel frattempo avevano trovato.

In primavera finalmente nasce la vita per cui tanto si era lottato. Quel giorno una volontaria, Paola, porta la sorellina e la nonna in ospedale a conoscere la nuova arrivata, dato che il padre, una volta avvenuto il parto è dovuto ritornare al lavoro. In sala parto l’infermiera dopo aver lavato e vestito la piccola, istintivamente, porge la bambina alla nonna, ma viene fermata da una frase di Agnese: “vorrei fosse Paola a prendere Carola per prima perché se non fosse stato per loro, oggi lei non ci sarebbe.”

Le parole di Paola al seguito di questa esperienza sono toccanti: “sento ancora i brividi se ripenso a ciò che è accaduto in quella stanza, prendendo quella vita tra le mie braccia, dentro di me ho sentito che non c’è niente di piccolo o di poco conto in ciò che come CAV proviamo a fare al servizio della vita, per cui non ci si può fermare.”